“L’ho fatto per Lulz!”. Ahahaha! Fortissimo! No, fortissimo un cazzo. Non vuol dire niente. Nulla. Zero. Ma sticazzi: ci hanno fondato tutto il film sopra. Sul serio. Forse dopo un droga party finito male, ma l’hanno fatto.
L’hanno chiamato “Smiley”. La trama, dite? Beh, siete un pelino pretenziosi ragazzi. Non c’è. O meglio, nelle intenzioni c’è. Solo che poi è venuta fuori ‘sta cosa a metà tra una chat con Doretta su MSN (buonanima, ndr) e mezzora su Chatroulette. In pratica c’è uno che appena scrivi tre volte “I DID IT FOR THE LULZ” in una finestra di chat, spunta alle spalle del tuo interlocutore e lo ammazza male. E niente, finisce il film tipo. Cioè no, continua. A cazzo, ma continua. Anche perché, se continuasse decentemente, non staremmo qui a parlarne in una rubrica dal titolo “Film di cui nessuno sentiva il bisogno”. Suvvia, vi pare?
Fermiamoci un attimo. Premessa d’obbligo. Questa è l’ennesima puntata di “Film di cui nessuno sentiva il bisogno”. Una rubrica nata anni fa in cui avrei dovuto pubblicare una recensione al mese e che poi ha finito per diventare una roba rispolverata solo ad Halloween. Le regole sono le stesse di sempre: LO SPOILER C’È perché tanto vi faccio pure un favore togliendovi la curiosità di guardare certe stronzate. Quindi, ditemi grazie e amici come prima.
Torniamo a noi. Al film, anzi. E quindi a niente. C’è anche un professore. Non so a cosa serve. Ma c’è. Durante il film, per evitare di finire tutto in 10 minuti netti, ci sono delle scene in cui questo professore spiega teorie a caso un po’ qui un po’ lì. Tipo supercazzole che non hanno a che vedere nulla con il film. Ma capite che se avessero fatto un film di 10 minuti non avrebbe avuto senso, vero? Ecco, il film dura 90 minuti. E NON HA SENSO COMUNQUE!
Parliamo della protagonista. Facciamoci proprio del male gratuitamente, per dire. Si chiama Ashley. Ed è totalmente idiota. Ma non è colpa sua e non la giudico. Non fatelo nemmeno voi. L’hanno scritta così nel copione, non è che poteva ribellarsi. Il film si basa proprio sulla sua idiozia. Farla intelligente avrebbe distrutto tutto. Così, invece, solo le balle di chi guarda il film.
In pratica, all’inizio, la nostra Ashley viene invitata a una festa. Cioè, si imbuca con un’amica. Li conosce un gruppo di ragazzi che tanto poi morirà a giro durante il film e quindi non ci importa sapere chi diavolo sono. A parte uno. Che è poi la figura più presente nei teen horror dopo la bona-ma-scema-persa. Stiamo parlando del nerd-sfigato che non si fila nessuno e che poi finisce per far innamorare la protagonista e bla bla bla muoiono tutti e ciao è stato bello al prossimo film. Ecco, in questo film, il nerd-sfigato si chiama Binder. Che sembra la marca di un amaro cinese. Ma questo non ci interessa.
Torniamo alla festa dove Ashley s’imbuca. A un certo punto son tutti davanti al pc. Scrivono “I DID IT FOR THE LULZ” per tre volte. Smiley spunta e uccide la ragazza con la quale stavano parlando in chat. Risate generali sguaiate. Tutti contenti. Tranne Ashley perché nel copione c’è scritto che deve rompere le balle e non ridere come gli altri. Lo fa alla lettera e l’amica le spiega che è tutto fatto per ridere. Tu scrivi che l’hai fatto per Lulz. Smiley ammazza il tizio con cui parli. E si ride tanto. A crepapelle. Ma lei non ride e fa la faccia di Barbaraddddurso quando le dicono che fuori piove e c’è gente che non ha portato con sé l’ombrello.
“Che cos’era?”. “Non l’hai mai visto? Si fa per ridere, è Smiley!”. “Chi? Non era reale, vero?”. “Nessuno può dire se è vero o no. È su internet. È succo di pomodoro. È una leggenda metropolitana. Scrivi “L’ho fatto per Lulz” tre volte alla persona con la quale stai chattando e alle sue spalle arriva Smiley e la UCCIDEEE!”. “L’ho fatto per che cosa?”. ECCO! ECCO IL PUNTO!L’HO FATTO PER CHE COSA?! Io l’avrei usato come titolo del film.
Il “CHE COSA” sarebbe “Lulz”. Che è tipo per ridere. Ti faccio ammazzare da ‘sto psicopatico per ridere. E rido, eh. Mica poi muori per niente. Cioè, a parte Ashley gli altri ridono. Però Ashley a un certo punto crede sia tutto uno scherzo e quindi si tranquillizza. Tanto che qualche giorno dopo si ritrova in camera con una sua amica e si connettono a una chat. Spunta un tizio mezzo nudo e decidono che deve entrare in gioco Smiley. Scrivono tre volte “I DID IT FOR THE LULZ” e l’amichetto sorridente spunta dietro il tizio e lo pugnala al cuore. Stavolta non ridono. Urlano e basta. Urlano e chiedono “CHE COSA ABBIAMO FATTO?!”. Ve lo dico io: un film demmerda.
Il film è un susseguirsi di scene senza nesso logico e dialoghi al limite della deficienza. La nostra cara Ashley dopo aver assistito a circa due miliardi di omicidi ad opera di Smiley decide che forse è giunto il momento di avvisare le autorità. Per un attimo mi sono chiesto perché fino a quel momento nessuno aveva pensato a farlo. Che ne so, i familiari di quelli trovati morti sulla tastiera del pc, ad esempio? Poi ho smesso di chiedermelo perché sono rinsavito e mi sono ricordato che stavo guardando un film senza senso e la colpa era mia.
Quindi Ashley, con i suoi tempi, si decide. In fondo, è già trascorsa un’ora e più dall’inizio del film. Gli omicidi nemmeno si contano. Ha rotto il naso alla sua amica che per qualche motivo non meglio specificato le stava con il fiato sul collo mentre sognava che Smiley le ammazzava la vita (s’è svegliata e sbam, capocciata sul naso e sangue a fiotti: daje). E niente, Ashley racconta tutto al poliziotto. Il quale risponde semplicemente: “C’è qualcosa che mi riesce difficile credere. TUTTO QUANTO!”. Applausi a scena aperta. BRAVO! La scena migliore del film. Tra l’altro, il poliziotto è probabilmente l’unico vero attore di tutto il cast, perché gli altri li avranno presi alla Despar con lo sconto.
L’unica nota positiva del film, comunque, è il finale a sorpresahahahahahahah. Va be’, ciao, alla prossima.
Ah sì, vi lascio il trailer: fatevi del male. Offro io.
E dato che è pur sempre Halloween, se volete farvi del male, QUI trovate una lista di tutti i film demmerda che ho visto (non tutti tutti, perché ce ne sono anche altri, e man mano li aggiungo: ho i miei tempi!).
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