#Venezia74: La Recensione di Downsizing con Matt Damon

Alexander Payne torna a raccontare la banalità della middle-class americana con un’allegoria efficace nelle intenzioni e nella forma ma dallo svolgimento inutilmente convulso e poco riuscito.

 

Riscaldamento globale, sovrappopolazione, inquinamento. Tanti problemi, un unico colpevole: l’essere umano. Ma da un filosofo-scienziato norvegese arriva la miracolosa soluzione: ridurre le dimensioni degli uomini per far diminuire il loro impatto sull’ambiente. Grazie a una geniale invenzione, nel vicinissimo futuro la tecnica del “downsizing” sarà possibile e, negli Stati Uniti irriducibilmente bianchi e consumisti, si trasformerà da gesto altruistico all’ennesima manifestazione del proprio ego , un nuovo sogno americano che affascina tanti borghesi. Paul e Audrey Safranek (Matt Damon e Kristen Wiig) sono fra questi: sposati senza figli, con lavori banali e un mutuo troppo alto da estinguere per la casa dei loro sogni. Il downsizing sembra essere la soluzione a tutti i loro problemi, ma molto presto si accorgeranno che al mondo esistono questioni infinitamente più grandi delle loro piccole (letteralmente) vite.

Payne gioca sapientemente sul senso di colpa che affligge l’americano medio, categoria che ha sempre ben rappresentato nei suoi film, e fa muovere Damon in un mondo piccolo ma grande e inaspettato per la mentalità del suo personaggio.

Nonostante le interessanti scelte registiche e un ottimo comparto tecnico (fotografia e scenografia degne di nomination),  Downsizing non riesce a convincere a causa di una scrittura poco focalizzata sul soggetto; lo svolgimento va spesso “fuori tema” e le numerose sottotrame non vengono chiuse in modo soddisfacente. Il finale incompiuto (forse volontariamente) che chiude un terzo atto anticlimatico rende tutto dimenticabile.

Damon veste bene i panni del banale Paul, ma a rubare totalmente la scena è l’emergente Hong Chau (Vizio di forma), che regala un’interpretazione memorabile giostrando in modo sorprendentemente naturale tra il registro comico e drammatico, anche nello spazio di un’unica scena. A coronare il buon cast il sempre ottimo Christoph Waltz e dei divertenti cameo “celebri”.

In conclusione, Downsizing è un buon film, che riesce bene nella commedia ma molto meno nella satira, e che non riesce a raggiungere gli obbiettivi che lui stesso si pone.

Voto: 6.5 / 10