#Venezia75: la recensione de Il gioco delle coppie (Doubles vies) di Olivier Assayas

Nevrosi e sfide del mondo contemporaneo sono i temi della nuova commedia di Olivier Assayas, che si serve di un ottimo cast per riflettere su come la tecnologia stia cambiando il nostro modo di pensare e di rapportarci col prossimo.

“Gli e-book sono comodi ma vuoi mettere l’odore della carta?” Da lettori, avrete sicuramente affrontato almeno una volta il dibattito sui cambiamenti digitali nel mondo dell’editoria, ed è proprio da questa riflessione che parte Il gioco delle coppie (titolo originale Doubles vies), il film che Olivier Assayas (Sils Maria, Personal Shopper) presenta in concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia.

Alain (Guillaume Canet) è un editore parigino che rifiuta di pubblicare il manoscritto di Léonard (Vincent Macaigne), suo autore di lunga data nonché amico personale; il libro è l’ennesimo lavoro autobiografico che Léonard “spaccia” per romanzo, creando non poco imbarazzo nella piccola cerchia di amici perché le persone di cui narra sono facilmente riconoscibili. La moglie di Alain, Selena (Juliette Binoche), si oppone però a questa decisione, e insiste perché il marito pubblichi il romanzo dell’amico.

Assayas  mette in scena una commedia tutta fatta di dialoghi su un mondo in costante cambiamento, usando in modo intelligente gli espedienti narrativi tipici della commedia francese contemporanea (tradimenti, triangoli amorosi, equivoci e cliché) ma stando attento a non cadere in facili stereotipi; le novità tecnologiche e i cambiamenti del mercato sono una fonte d’ansia per i personaggi del film, tutti trenta-quarantenni, sebbene non tutti i cambiamenti vengano visti in negativo.

L’umorismo è corrosivo con momenti di pura ilarità (e alcune citazioni cinefile spassosissime), il ritmo incessante, gli attori tutti straordinari nello sfiancarsi di parole a vicenda mantenendo grande naturalezza.

È facile immedesimarsi in Alain, ottimista ma che fatica a stare al passo coi cambiamenti che mettono a rischio il suo lavoro; oppure in Léonard, pessimista e depresso, allergico ai social network nonostante il narcisismo che lo porta a rendere pubblica la sua vita sentimentale; i cosiddetti millennials forse si riconosceranno di più in Laure (Christa Theret), esperta di marketing digitale che maschera la sua emotività dietro il cinismo.

In tutto questo, la macchina di Assayas rimane invisibile, facendoci sentire invitati ai convivi dei protagonisti senza essere invadenti.

Il paragone con un film come Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese (che a Venezia è in giuria e si troverà a giudicare anche il film di Assayas) appare naturale, ma le differenze sono tante: mentre la sceneggiatura di Genovese tende a demolire le relazioni fra gli amici con uno sguardo giudicante e usa una struttura narrativa ben definita, la commedia di Assayas fila come un flusso continuo pressoché privo di struttura, reggendosi solo sui dialoghi (spezzati in più quadri).

Ma soprattutto, Il gioco delle coppie ci invita a empatizzare coi suoi protagonisti, a trovare in loro un po’ di noi e a spingerci verso una riflessione ancora più profonda su noi stessi. E a ricordarci che oltre alle relazioni pubbliche e al content marketing c’è la vita.

Il gioco delle coppie sarà nelle sale italiane dal 3 Gennaio 2019, distribuito da I Wonder Pictures.

Voto: 8 / 10

Il gioco delle coppie

2018
Di: Olivier Assayas
Con: Guillaume Canet, Juliette Binoche, Vincent Macaigne, Christa Théret, Nora Hamzawi, Pascal Greggory

Alain, editore di successo, e Leonard, suo autore storico, faticano a comprendere il mondo dell’editoria contemporanea, fatta di e-book e social media. Quando si incontrano per discutere del nuovo manoscritto di Leonard – l’ennesimo romanzo autobiografico incentrato sulla sua storia d’amore con una celebrità minore – Alain rifiuta di pubblicarlo. La moglie di Alain, Selena, non è d’accordo: è convinta che il libro sia un capolavoro. Ma il suo giudizio potrebbe essere di parte, dato che è l’amante di Leonard. Leonard intanto sta con Valerie, che sul libro dà ragione ad Alain, il quale nel frattempo cerca di riformare la sua casa editrice confrontandosi con una consulente esperta di e-book. Che è anche la sua amante. Nella commedia che ha conquistato il festival di Venezia con il suo intreccio di relazioni troppo assurde per essere finte, Olivier Assayas racconta il mondo che cambia e il modo in cui riusciamo (o non riusciamo) a stargli dietro.