#Venezia76: la recensione di The Perfect Candidate di Haifaa Al-Mansour

Credits – Razor_Film_Al Mansour´s_Establishment_for Audiovisual_Media

Ultima fatica della regista Haifaa Al-Mansour, The Perfect Candidate è uno dei due soli film in concorso a Venezia a essere diretto da una donna (l’altro è Babyteeth di Shannon Murphy). Come per La bicicletta verde, la storia si concentra sulle disuguaglianze di genere in Arabia Saudita, ma questa volta a confrontarsi con un sistema maschilista e oppressivo non è una bambina che vuole semplicemente andare in bicicletta, ma una donna adulta, una dottoressa, una professionista conosciuta e stimata nel suo campo.

Credits – Razor_Film_Al Mansour´s_Establishment_for Audiovisual_Media

Ancora una volta, come ne La bicicletta verde, l’azione non prende il via da un presupposto ideologico o da una riflessione conscia sulla condizione femminile, bensì su un desiderio: e se per Wadjda il desiderio era poter pedalare, per Maryam (Mila Al Zahrani) si tratta di asfaltare la strada che porta alla clinica in cui lavora, il cui dissesto provoca ritardi e disagi ai pazienti che necessitano di cure urgenti. Maryam non pensa alla carriera politica per risolvere il problema, ma per una serie di coincidenze si ritrova a costretta a candidarsi alle elezioni locali: inizialmente dubbiosa e mal vista anche dalla sua famiglia, la dottoressa diventa sempre più decisa e agguerrita. Sfidando apertamente le leggi che, nonostante il miglioramento registrato negli ultimi anni, ancora non concedono piena autonomia alle donne saudite, Maryam mette più volte in chiaro che il femminismo non c’entra nulla con le sue azioni: semplicemente, si tratta di lottare per migliorare il posto di lavoro che si è guadagnata con tanto impegno. Il pragmatismo guida le azioni della protagonista, ma l’ideologia traspare nettamente grazie alla scrittura: il personaggio non ha bisogno di definirsi femminista, perché la storia parla al suo posto. La dottoressa pretende di essere ascoltata; non obbedisce ciecamente all’autorità paterna (agevolata dal fatto che il padre, a sua volta, è un personaggio anticonvenzionale, per lo più assente e in fondo permissivo); non ringrazia sommessamente di fronte a un complimento, ma afferma di averlo meritato. Così Al-Mansour scrive un copione che trascende la geografia e si applica facilmente a ogni situazione in cui le donne sono oppresse e in cui il loro valore viene sminuito solo in quanto donne.

Il film, stilisticamente, non presenta nulla di molto distante da un buon compito scolastico: non ci sono particolarità nel montaggio, nelle inquadrature, nell’organizzazione complessiva del profilmico; ma questo non toglie alcuna godibilità al film, che è arricchito qua e là da performance musicali che non stonano col contesto e ravvivano l’atmosfera generale del film, che in ogni caso non è mai drammatico e disfattista, ma si serve dell’indignazione e della capacità di far leva sul senso della giustizia per raccontare una storia semplice eppure necessaria.

The Perfect Candidate” approderà nelle nostre sale alla fine del 2019.

Voto: 7.5 / 10

La candidata ideale

2020
Di: Haifaa al-Mansour
Con: Mila Alzahrani, Nora Al Awadh, Dae Al Hilali, Khalid Abdulrhim, Shafi Al Harthy, Mohamed Othman

La candidatura inaspettata di una giovane e determinata dottoressa saudita alle elezioni comunali sconvolge la sua famiglia e la comunità locale, che si misura con la difficoltà di accettare la prima candidata donna della città.