#Venezia74: La Recensione di Ammore e Malavita, il film dei Manetti Bros. con Giampaolo Morelli e Claudia Gerini

Tra sceneggiata napoletana e musical hollywoodiano, passando per l’heist movie, Marco e Antonio Manetti sfornano una commedia che diverte senza impegno.

Scampia trasformata in un’attrazione turistica, con gli stranieri contenti di essere scippati e che citano a memoria le battute di Gomorra: inizia con questa provocazione Ammore e Malavita, il ritorno dei Manetti Bros. a quattro anni da Song’ e Napule. Stavolta prendono a piene mani dalla tradizione della sceneggiata napoletana, con un boss (Carlo Buccirosso) che per sparire dalla circolazione inscena la sua morte con un piano in apparenza geniale orchestrato dalla moglie (Claudia Gerini); ma una testimone involontaria (Serena Rossi) metterà a rischio la riuscita dell’operazione, mettendo anche alla prova la fedeltà di uno degli scagnozzi del boss (Giampaolo Morelli).

Unendo in modo improbabile e per questo geniale Mario Merola Splinter Cell, i neomelodici e Flashdance, la commedia musicale dei fratelli Manetti trova il suo punto di forza proprio in questa commistione strampalata fra generi e omaggi, fra il pop americano e quello partenopeo. Nonostante l’opera non sia particolarmente curata dal punto di vista tecnico, con alcuni momenti quasi amatoriali, le citazioni ai b-movies e ai musicarelli anni ’70 la rendono irresistibile, non facendo pesare affatto le ben due ore di durata.

Buone le interpretazioni, con una Gerini sopra le righe che campeggia su tutti, e molto belle le canzoni, tutte originali tranne una cover a sorpresa, vera chicca del film.

La sua presenza in concorso a Venezia ha fatto discutere e le reazioni negative sull’immagine che il film da della città partenopea non si sono fatte attendere, ma ci si chiede se chi lo critica per questo motivo abbia davvero visto il film, che si prende gioco degli stereotipi ed è in fondo una grande lettera d’amore alla città di Napoli.

In conclusione, Ammore e Malavita non è di sicuro il migliore film di questa Mostra, ma è una ventata d’aria fresca nel panorama cinematografico italiano e una prova più che buona per i fratelli Manetti.

Voto: 6.5 / 10