Mamma Mia! Ci risiamo: La recensione del film di Ol Parker

Da Mamma mia! Ci risiamo a “Mamma mia: non ci siamo proprio” il passo è pericolosamente breve. Sembra che ciò non sia stato messo in conto dalla produzione di questo sequel, girato a dieci anni di distanza ma ambientato solo cinque anni dopo i fatti di “Mamma Mia!”.

Amanda Seyfried e Cher

Amanda Seyfried e Cher

La distanza temporale tra i due film è ciò che forse rende più vacillante la credibilità della pellicola: gli attori sono palesemente invecchiati, con una Amanda Seyfried che difficilmente risulta verosimile nella parte di una venticinquenne, mentre nel primo film la sua età già eccedeva di un paio di primavere quella del suo personaggio. Dal punto di vista della scrittura, questo film è una Caporetto: imperdonabili incongruenze temporali rispetto al primo film, buchi di trama, personaggi funzionali solo all’introduzione di altre canzoni (che pure risultano estremamente forzate nel contesto della trama) – è il caso di Fernando Cienfuegos (Andy Garcia) e della nonna di Sophie, interpretata da Cher, in un ruolo posticcio e senza carattere.

Tuttavia, è innegabile che il film sia estremamente accattivante dal punto di vista visivo: torna la palette di colori brillanti; il montaggio ritmato; tornano le inquadrature studiate a tavolino per comporre delle vere e proprie cartoline dinamiche di grande impatto, sia che le scene siano girate in esterno o in interno. Le performance vocali, stavolta nettamente superiori rispetto al primo film, si perdono in rivisitazioni delle canzoni già presenti in Mamma Mia!: The Movie o in canzoni meno celebri nella discografia degli ABBA. Così, se il primo film era un continuo invito a stare bene, un vero e proprio toccasana per il malumore, questo sequel vuole ritentare l’impresa risultando, ahimé, piuttosto stantio. Anche se non mancano momenti comici tutto sommato riusciti, soprattutto grazie al ritorno di Tanya (Christine Baranski) e Rosie (Julie Walters), le battute si perdono nella vaghezza della trama che, nel mettere in parallelo la storia di Donna e di Sophie, cade nell’inconcludenza.

Lily James

Lily James

Il carisma e la spontaneità connaturate in Lily James sono la vera nota di colore di questo film: la sua voce è seconda solo a quella, sempre impeccabile, di Amanda Seyfried; il suo naturale dinamismo la rende una stella in grado di eclissare completamente gli altri attori e attrici nelle parti dei protagonisti da giovani. Sicuramente è apprezzabile lo sforzo di raccontare la storia di una ragazza madre abbandonata dalla famiglia senza moralismi e, anzi, mostrando un forte senso di comunità e vicinanza attorno a questa giovane donna esuberante con una vita sentimentale travagliata. Altra nota rilevante è la volontà, coerentemente col primo film, di non farsi scrupoli nel mostrare donne avanti con l’età in grado di sentirsi ancora completamente padrone della loro vita sentimentale e sessuale. Profondamente inutile, invece, la scelta di dare una svolta tragica alla trama eliminando il personaggio di Donna Sheridan nell’età adulta, relegando Meryl Streep, che nel film precedente era stata un elemento cruciale per il successo del musical, a poche scene sul finale.

In conclusione, questo film è carino ma dimenticabile: intrattiene facilmente ma lascia in bocca la sensazione sgradevole di essere entrati in sala sulla scia della fama del primo capitolo (si stima che nel Regno Unito sia stato il DVD più venduto di sempre) e di esserne usciti avendo visto qualcosa di estremamente prevedibile, scarno e persino pressappochista. Confonde la scelta della distribuzione italiana di programmarne l’uscita al 12 settembre, quando il film si presta tutt’al più a una visione estiva, d’evasione e senza pretese.

Voto: 6 / 10